Psicodramma analitico

La parola “Psicodramma” (dal greco, drama significa azione) nel linguaggio comune ha preso a significare soprattutto l’azione teatrale, ma il suo reale significato non ha a che fare con questo tipo di rappresentazione. Come tecnica espressiva, nasce negli anni ’20 con J.L. Moreno, negli anni ’60 è stata poi riadattata dalla coppia di psicoanalisti francesi di formazione Lacaniana, Paul e Genie Lemoine.
Lo psicodramma non è una “psicoterapia di gruppo”, bensì una “psicoterapia individuale IN gruppo”: il centro dell’analisi resta l’individuo che lavora su di sé e sulle proprie questioni con l’aiuto del gruppo.
Si tratta di un gruppo aperto, non ha cioè un inizio e una fine uguali per tutti, ciascuno entra e fa il proprio percorso all’interno di un gruppo che prosegue anche dopo la sua uscita. L’entrata in gruppo è concordata con uno dei due terapeuti, i quali effettuano dei colloqui preliminari in cui si spiegano le regole del setting, si valuta la situazione specifica e, a seconda dei casi, si propone la scelta del gruppo come modalità unica di terapia o abbinata ai colloqui individuali (proposta diadica).
Essendo uno strumento molto versatile, lo psicodramma può essere utilizzato non solo come psicoterapia, ma anche all'interno di percorsi di formazione e/o di supervisione professionale.

Tecnica dello psicodramma

Lo psicodramma analitico, come da noi concepito, si svolge in un gruppo di otto-dieci persone ed è condotto da due analisti che svolgono alternativamente, di seduta in seduta, due ruoli diversi:

  • l’osservatore, che siede fuori dal gruppo in silenzio e negli ultimi dieci minuti restituisce il filo della seduta;
  • l’animatore che, inizialmente, è seduto nel cerchio e invita i membri a prendere parola, rispettando soltanto la regola analitica delle libere associazioni, ascolta i discorsi che attraversano il gruppo. Ad un certo punto, li interrompe e sceglie un gioco, ovvero seleziona un punto importante nel racconto di un paziente e gli propone di rappresentarlo come se stesse avvenendo in quel momento, con l’aiuto di alcuni membri del gruppo che, come attori, possano dar corpo e voce ai vari personaggi.
La scelta del gioco da parte del terapeuta dipende dal tema o dall’obiettivo che il gruppo si è dato. Si giocano solo episodi realmente vissuti dai pazienti o sogni raccontati in gruppo. Non si giocano favole, film o scene immaginate.
Vige la regola secondo cui i membri del gruppo durante i giochi non si toccano, i gesti sono mimati, ed è l’animatore a dare il tempo del gioco. Solitamente le sedute sono settimanali e durano un’ora e mezzo. In ambito formativo, invece, lo psicodramma ha una cadenza mensile o un numero definito di incontri.

Obiettivi

Come già accennato, lo psicodramma può essere usato per diverse finalità (terapeutica, formativa, educativa, di orientamento, ecc.), di conseguenza gli obiettivi specifici dipenderanno dal tipo di gruppo.
Il lavoro individuale in gruppo per mezzo dello psicodramma analitico fornisce strumenti di comprensione sia rispetto alla terapia che alla formazione professionale. La rappresentazione della propria esperienza, per mezzo dell’ascolto analitico della coppia dei conduttori del gruppo psicodrammatico e dell’attribuzione dei ruoli agli altri partecipanti, porta allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e poi dimenticato. La persona può aprire spiragli sul proprio inconscio, individuando nuovi percorsi di ricerca personali e professionali, e raggiungendo un maggiore benessere psicologico e relazionale.
L’obiettivo di un percorso in un gruppo di psicodramma analitico è quello di svelare l’autenticità del soggetto e i suoi reali desideri, in modo che possa accedere ad una immagine di sé più realistica e adeguata.

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